meditazione buddista budda seduto

La meditazione è un esercizio mentale presente in tutte le religioni sotto varie forme. In molti tipi di meditazione, come la preghiera o i mantra, l’obiettivo è raggiungere uno stato di coscienza alterato che permetta la connessione con una divinità superiore.
La meditazione buddista, invece, si basa su un tipo di approccio totalmente differente.

Il buddismo si serve della meditazione come modo per raggiungere l’illuminazione. Invece di cercare una connessione con una divinità o cercare la causa di “ciò che è”, i buddisti si avvicinano alla condizione umana in modo semplice, basandosi sull’osservazione.

La maggior parte della vita è definita dal dolore e dalla sofferenza. Sfortunatamente, sono queste le forze trainanti che influenzano gran parte di ciò che facciamo (dove noi cerchiamo costantemente di evitare il dolore e la sofferenza e magari astenendoci dal far del male agli altri). Ci sentiamo separati e dunque creiamo il concetto di “altri”. E finiamo per trascorrere la vita creando immagini mentali illusorie che ci mostrano la realtà in maniera distorta, in una sorta di auto manipolazione, che ci rende ciechi difronte a com’è realmente il mondo.

Ma cercare di essere separati e aggrapparsi ad altre cose “separate” (comprese le persone) porta a maggiori sofferenze perché nulla è permanente e la vita è un ciclo continuo di perdita e rinascita. Le relazioni cambiano, le persone muoiono o si allontanano, gli oggetti si deteriorano e così via; bisogna accettare la caducità della vita.

TUTTO È TRANSITORIO ma, a causa della nostra paura di essere soli e separati, ci aggrappiamo disperatamente a ciò che conosciamo, a ciò che ci è più familiare, anche se comprendiamo intuitivamente che questo potrebbe non durare per sempre.

Le quattro nobili verità (dalla meditazione buddista)

mantra buddista

1. La vita è dolorosa e frustrante.

Anche se le cose vanno bene momentaneamente, non saranno eccezionali per sempre. Tutti attraversiamo momenti dolorosi e frustranti. Tutto quello che devi fare è osservare il mondo intorno a te per renderti conto di questo! Ricorda che il dolore che vivono gli altri, prima o poi, toccherà viverlo anche a te.

2. La sofferenza ha una causa.

La causa principale della sofferenza è il nostro attaccamento al familiare, al noto.

3. La causa della sofferenza può essere risolta abbandonando aspettative e attaccamenti.

Possiamo ancora avere relazioni significative ma senza quell’attaccamento che genera dipendenza basata sulla paura della perdita e sulla paura di essere soli e separati.

4. La meditazione, o la pratica della consapevolezza, è consapevolezza, è il modo per porre fine alla sofferenza.

Smettiamo di aspettarci che le cose siano in un certo modo perché smettiamo di concentrarci sul futuro, immaginato dalla nostra mente in maniera assolutamente fantasiosa. Smettiamo di rimuginare e rifugiarci nel passato perché ci stiamo concentrando sul presente. Quindi non torturiamoci pensando alle scelte fatte e non angosciamoci con fantasie legate al futuro o sperando in eventi piacevoli che non si realizzeranno!

E allora che succede? La visione della vita diventa molto più chiara. Iniziamo a vedere le cose come sono realmente, NON come le fantastichiamo nella nostra mente o come le vorremmo, soltanto per un nostro egoistico tornaconto! La consapevolezza provoca incredibile pace interiore e felicità.

L’Ottuplice Sentiero verso l’illuminazione – Meditazione Buddista

Il modo per liberarsi dal doloroso stato dell’essere è chiamato l’Ottuplice Sentiero.

Fa parte dei discorsi di Buddha, conservati per oltre due millenni nei chiostri di Ceylon, tramandati a memoria dai suoi discepoli ed in seguito trascritti dai monaci dell’isola su foglie di palma in lingua pali.

Fu Karl Eugen Neumann nel 1890 circa a scoprire questi testi e a tradurli per la prima volta.

“Retta cognizione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retta vita, retto sforzo, retto sapere, retto raccoglimento”.

Vediamo, nel dettaglio, di spiegare questi otto concetti chiave:

1. La giusta visione o modo di percepire il mondo: vedere le cose senza aspettative, giudizi o preconcetti. Vedi le cose per come sono.

2. La giusta intenzione: vivere secondo pure intenzioni (non recando danni a nessuno). E senza utilizzare alcuna manipolazione.

3. Il discorso giusto: dì quello che devi dire, dal profondo del cuore.

4. La giusta disciplina: rinuncia alla tendenza a complicare le cose imponendo le percezioni e le aspettative della fantasia su come dovrebbero essere le cose. Prendi la vita così com’è.

5. La vita giusta: “Fiorisci dove sei piantato” e fai il meglio che puoi, con attenzione ai dettagli e all’integrità, indipendentemente dal tuo lavoro, anche se ritieni che sia totalmente sbagliato per te e i tuoi talenti siano meglio utilizzati altrove (sì, puoi cambiare lavoro, ma non passare le ore di lavoro desiderando di essere altrove).

6. Lo sforzo giusto: fare le cose nel modo giusto ci permette di vedere le cose per come sono realmente, annullando il dolore causato da una errata percezione della realtà e di ciò che ci circonda.

7. La giusta consapevolezza: essere consapevole dei più piccoli, banali, dettagli del tuo modo di vivere: il modo in cui parli, il modo in cui stai in piedi, il modo in cui cammini, i tuoi pensieri, le tue emozioni, il modo in cui lavori, ecc., in particolare le azioni che sono diventate abitudini.

8. La giusta concentrazione: il più delle volte corriamo freneticamente e le nostre menti sono ovunque tranne che qui e ora. La meditazione Buddista ti insegna a disciplinare la tua mente in modo che rimanga QUI e ORA invece che nel passato, nel futuro o distratta da chissà quali pensieri.

L’obiettivo della meditazione buddista è raggiungere uno stato di essere chiamato Nirvana.

Il nirvana non si traduce letteralmente in “paradiso” ma in “cessazione”, ovvero fermare la sofferenza e tutti i suoi effetti indesiderati come aggressività, lotta, dramma, manipolazione, ecc.

Suggerimenti per la pratica quotidiana della Meditazione Buddista

Ecco, in sintesi, dei consigli per praticare al meglio la meditazione Buddista:

  • Pratica il non attaccamento: non sentirti attaccato a nessuno o a ciò che ti circonda. Attaccamento = desiderio e necessità basati sulla sensazione di essere separati. Puoi ancora amare qualcuno molto, molto profondamente, ma senza il bisogno o la dipendenza associati all’attaccamento.
  • Migliora la tua concentrazione: la capacità di focalizzare (dirigere) la mente e concentrarsi (mantenerla focalizzata) su un singolo punto. Questo è difficile da mettere in pratica! La mente ama saltare da un argomento all’altro, ma quando riesci a dominarla puoi considerarti padrone della tua vita.
  • Sii consapevole del presente: questo momento è l’unica realtà; tutto il resto è un film mentale che stai costruendo nella tua mente, con tutte le sue emozioni e complicazioni. Non è la realtà; l’unica realtà è ADESSO.
  • E, naturalmente, medita: questo ti aiuterà a padroneggiare distacco e concentrazione, ma anche ad avere maggiore padronanza della mente. Trenta minuti al giorno trascorsi a meditare creeranno cambiamenti nella tua vita che non puoi immaginare di raggiungere con i tuoi inutili sforzi, se continui ad utilizzare la tua mente come hai fatto finora. Solo l’autocontrollo dei tuoi pensieri e delle tue emozioni ti consentirà di percorrere l’Ottuplice Sentiero verso l’illuminazione!

Più pratichi questi concetti, meno avrai paura e più i tuoi pensieri e le tue azioni si allineeranno facendo ciò che è buono, saggio, gentile, compassionevole e generoso.

Impara a vedere il mondo come effimero e temporaneo; il classico “anche questo deve passare” si riferisce non solo alle situazioni indesiderabili nella vita, ma anche a quelle desiderabili. Prima riuscirai a capirlo, prima diventerai libero da ogni tipo di legame, la causa principale di tante sofferenze. E finalmente sarai felice.